ARCHITETTURA

La vecchia caserma dei

Carabinieri di Asti,

sede di uffici pubblici,

avrà una nuova vita di tipo

residenziale

ABITARE IL NOSTRO TEMPO

  • Un nuovo tipo di mercato immobiliare.

E’ finito il tempo degli appartamenti “preconfezionati” e venduti “ visti e piaciuti”, dove l’unica logica di mercato era quella di investire poco sulla progettazione e sulla realizzazione per massimizzare i profitti. Allo stesso tempo chi si accinge all’acquisto deve essere cosciente della qualità che viene offerta e questo deve portare ad un giusto incontro nel rapporto qualità/prezzo.

E’ finito il tempo degli “affari” sia per i venditori che per gli acquirenti a discapito della qualità. Oggi quel tipo di ristrutturazione non ha più mercato, se non in “svendita”.

Quei fabbricati sono in balia di una scarsa efficienza energetica, di finiture che hanno continuamente bisogno di investimenti in manutenzione. I tentativi di porre rimedio troveranno la loro fine quando termineranno gli incentivi statali, rendendo tali immobili superati. Ed allora forse converrà abbandonarli per trovare soluzioni alternative in alloggi di nuova concezione, ma con il problema, a quel punto, che avranno scarsissimo valore di mercato.

Prima o poi il processo investirà i piani regolatori: converrà pensare ad una loro revisione.

Le aree di insediamento più vecchie potrebbero tornare ad essere zone restituite al verde e/o alle aree a servizi, individuando nuovi spazi per una costruzione adeguata alle normative attuali che sono figlie di esigenze imprescindibili.

In tal modo non si “consumerebbe” altro territorio ma lo si “convertirebbe”, dando spazio ad un nuovo mercato edilizio in linea con le esigenze ed al tempo stesso alla riprogettazione di  aree verdi, di percorsi viari e ciclabili di spazi per nuovi insediamenti scolastici.

“L’elisir di lunga vita” per certi “nuovi” fabbricati anni 50-60-70, non esiste: stiamo assistendo ad un “accanimento terapeutico” costoso per il privato e per lo stato.

      Esistono altresì fabbricati “storici”, e non ci si riferisce solo a quelle vincolati o segnalati dalle Soprintendenze, che per la loro qualità architettonica e storica meritano di essere recuperati ed adattati alle nuove esigenze.

  • L’abitazione contemporanea: un appartamento adatto alle esigenze del Committente.

Gli ambienti della casa sono vissuti per, relativamente, poche ore della giornata ma per molti anni della nostra vita.

Una progettazione consapevole delle esigenze e delle necessità dei Committenti è fondamentale per realizzare appartamenti confortevoli, comodi, accoglienti, curati nei dettagli e piacevoli da vivere.

Le case esprimono lo stile di vita della società: l’ architettura degli interni con differenti distribuzioni, spazi, materiali, arredi racconta il momento storico in cui sono state abitate le case. 

L’abitazione contemporanea deve essere caratterizzata da ambienti proporzionati e mai superflui, gli impianti devono essere efficienti, l’illuminazione confortevole.

Si cerca di eliminare il più possibile gli spazi di comunicazione, i corridoi, superfici costose ma fondamentalmente non utilizzate e superflue se il progetto della distribuzione degli interni è curato: esiste una netta divisione tra la zona giorno e la zona notte con stanze da letto caratterizzate dalla ricerca di riservatezza e silenzio, per il riposo.

L’abitazione contemporanea rispecchia una società con famiglie poco numerose ma con esigenze in continua evoluzione dove i componenti sono la maggior parte del tempo al lavoro e per questo necessitano di ambienti “giorno” che uniscano la famiglia nei pochi momenti in cui questa è riunita: per tale motivo un ampio living contiene l’angolo cottura, piuttosto che la cucina, sempre più arredo tecnologico ed elegante, aperta sul soggiorno con aperture ampie e vetrate; gli spazi sono ottimizzati al massimo perché il costo delle superfici immobiliari è elevato rispetto al costo della vita. Ogni mq di superficie deve essere a servizio delle attività dell’appartamento.

I terrazzi acquistano sempre più importanza quale “appendice estiva” della zona living. Una risposta “cittadina” al cortile di periferia.

  • Le nuove esigenze delle famiglie. La Progettazione “sartoriale”

La ristrutturazione serve ad adattare le case alle nuove normative ed alle nuove esigenze delle famiglie: spesso si richiedono ambienti dell’appartamento flessibili in grado di ospitare un genitore anziano o una badante. E’ importante prevedere le evoluzioni che la famiglia avrà negli anni successivi alla ristrutturazione per anticipare alcune scelte. Ogni possibile fruitore ha esigenze di vita ed abitudini diverse. In questo l’architetto progettista, oltre a proporre soluzioni che aderiscano il più possibile alle esigenze contemporanee deve poter e saper dialogare con l’acquirente, in modo da far proprie le richieste, interpretarle e proporre la soluzione migliore per il committente consigliandolo e guidandolo nelle scelte. Il professionista deve essere colui che con la propria professionalità riesce ad individuare il “punto di equilibrio” progettuale tra domanda ed offerta.

Una progettazione di tipo “sartoriale” non può che essere un servizio imprescindibile da offrire.

  • Benessere Psicologico

Ristrutturare una casa significa innanzitutto essere in grado di ascoltare sé stessi ed i propri desideri ed immaginare uno spazio nel quale possiamo veramente dire al cento per cento “di sentirci a casa”.

Il benessere psicologico è infatti strettamente legato alla percezione che il soggetto ha di sé, della propria vita e dell’ambiente circostante, dunque l’ambiente in cui viviamo deve saperci restituire un senso di accoglienza e serenità.

Una ristrutturazione può dunque essere un modo di recuperare quel benessere temporaneo perduto, poiché significa progettare il proprio ambiente mettendo di nuovo al primo posto se stessi, il proprio equilibrio ed appagamento.

  • Il progetto

Il progetto a firma dell’arch. Piergiorgio Pascolati tiene conto di tutto ciò prevedendo la realizzazione di unità abitative in un fabbricato completamente rivisitato in chiave energetica. Le residenze saranno dotate di grandi superfici living, con cucine ampie collegate a terrazzi di dimensioni generose, utilizzabili, dotate di  frangisole, ( brise-soleil )  elemento d’architettura atto a proteggere dal diretto soleggiamento l’ ambiente interno al fine di evitarne il surriscaldamento e garantire al contempo la corretta privacy. Gli ambienti sono pensati con una layout “flessibile” in modo da rispondere alle esigenze in continua evoluzione. Doppi servizi, doppi camere, studio che aperto sulla zona giorno all’occorrenza può diventare terza camera da letto aprentesi sulla zona notte. Alla lavanderia sarà dedicato un piccolo spazio a se stante, separato dal bagno, per garantire maggiore eleganza a questo.

Alloggi funzionali, eleganti negli spazi e nelle finiture proposte a prescindere dalle ulteriori esigenze particolari che potrebbe avere ogni possibile acquirente.

Inoltre, ogni alloggio, entro i limiti concessi dal fabbricato, potrà essere ancora adattato alle singole esigenze dell’acquirente con l’aiuto dello stesso architetto progettista. La distribuzione interna degli alloggi e le loro caratteristiche vengono definite e concordate prima della vendita direttamente con l’architetto progettista.

MISSION

La società Natta10 srl proprietaria dell’imm0bile, ha deciso di recuperare l’immobile, storica sede della Caserma dei Carabinieri, per realizzare residenze di qualità, nel cuore della città, di fronte al seminario.

Il Contesto

L’immobile è situato nella zona nord della città, ai piedi delle antiche mura, in area veicolare a confine della zona ztl e pedonale, 5 minuti a piedi dalla Cattedrale e dal municipio, in una area in cui sono collocati tutti gli uffici dell’urbanistica ( Palazzo Mandela), e del Comune di Asti. In quest’area sono presenti anche il seminario e la Curia Vescovile che si aprono su Piazza Catena, storica sede mercatale. Collocato nel centro storico, offre l’opportunità di poter accedere alle autorimesse delle unità residenziale in un’area non interclusa al traffico, e di qui potersi muovere a piedi.

Di fronte all’immobile e nella piazza adiacente sono presenti inoltre parcheggi pubblici

Il tema del riuso dei contenitori

La crisi dell’attuale panorama edilizio italiano non offre sicuramente grandi sbocchi per quel che riguarda le nuove opere ma sta facendo emergere, in modo sempre più evidente, nicchie di attività nel settore della ristrutturazione e della riqualificazione.
Una di queste, particolarmente evidente in un paese come l’Italia (e l’Europa Mediterranea in genere) dal patrimonio storico unico al mondo (inteso in termini di numerosità di civiltà sviluppatesi nel tempo con importanti differenze a livello religioso, politico e culturale) è appunto il recupero degli edifici esistenti, storici e non.
Citando la recente definizione utilizzata nell’ultimo protocollo di certificazione LEED GBC Historic Building realizzato da GBC Italia appositamente per questa tipologia di costruzione per edificio storico si intende “un manufatto edilizio che costituisce testimonianza materiale avente fonte di civiltà” ovvero, una soluzione riconducibile ad una fase storica precedente che, per convenzione e considerando i cicli edilizi, viene considerata antecedente al 1945 (oppure che anche dopo se siano presenti valori storici, patrimoniali e culturali riconosciuti e dimostrati) e su almeno il 70% degli elementi tecnici esistenti. Al di là del tecnicismo per la definizione sono evidenti l’importanza dei numeri in gioco e tutti gli elementi ad essi correlati (turismo, formazione ed occupazione in primis).
Guardando al solo mercato italiano viene stimato che circa il 30% degli edifici facenti parte di quell’immenso stock che è oggi il panorama costruttivo italiano (oltre 30 mln di edifici fonte Euroconstruct 2012) può appartenere 
de facto a questa categoria e, guardando ai numeri in Europa, anche questi non sono poi così distanti anche se non ci sono statistiche uniformi a riguardo fra i diversi stati.
Operare in queste tipologie di edifici mette di fronte però a tutta una serie di problematiche tipiche per l’anzianità di questi edifici (costruzioni 
ante 1945): 

  • Isolamento insufficiente 
  • Perdite impermeabilizzazione (infiltrazioni, umidità, )
  • Ammaloramenti e distacchi intonaco,
  • Lesioni strutturali,
  • Impiantistica inefficiente, incompleta o non funzionante
  • Sicurezza (antisismica, antincendio, antiallagamento, protezione da rischio idro-geologico) e rimozione barriere architettoniche
  • Rispetto dei requisiti di legge in tema energetico, paesaggistico-ambientale e in funzione della destinazione d’uso

Intervenire in questo tipo di ambito necessariamente richiede professionisti adeguati sia in fase di pianificazione e progettazione che, soprattutto, in fase di esecuzione dei lavori dove è necessario eseguire lavori di carattere sartoriale, molto spesso utilizzando materiali fuori standard ed in condizioni applicative più impegnative di un normale edificio.
Ma quali sono le principali fasi che si affrontano per la riqualificazione di un edificio storico?
Per la parte interna generalmente si parte dal consolidamento e risanamento dell’umidità delle murature portanti, proseguendo con la messa in sicurezza delle coperture e il consolidamento di archi e volte, solai, fino ad arrivare al recupero delle pareti perimetrali, il tutto utilizzando, il più possibile, i materiali originari e nel rispetto, molto spesso, delle tecniche costruttive utilizzate in passato.
Una volta sistemato l’esterno e la struttura portante ci troviamo poi di fronte agli adeguamenti funzionali delle pareti interne, il recupero dei serramenti, (in funzione delle prestazioni di isolamento termico, di fonoisolamento, di permeabilità all’aria e tenuta d’acqua richiesti), il recupero delle pavimentazioni interne per poi arrivare alla revisione dell’impiantistica elettrica e sanitaria e l’applicazione o la ri-applicazione dei materiali di finitura.

Molte sono le tematiche che devono essere messe in campo mettendo al centro, sempre e comunque, il connubbio imprescindibile fra prestazione tecnica e conservazione storico-estetica.  La sfida è quella infatti di integrare restauro e conservazione con tecnologie innovative in grado di tendere verso il risparmio energetico e la sostenibilità a lungo termine da un lato ed il rispetto dei vincoli di legge dall’altro (in particolare quelli di interesse storico e/o artistico).

 

Via Natta

Un pool di professionisti per la redazione dei progetti impiantistici e strutturali affiancano l’architetto esperto nel recupero di fabbricati e interior design per offrire al cliente alloggi dal layout ottimizzati e ulteriormente personalizzabili.

Fronte su cortile in progetto
Fronte su cortile in progetto

Fronte su cortile ora

Fronte su cortile in progetto

Fronte su cortile in progetto